Scrittori Sudamericani : I nomi che hanno fatto la storia della letteratura

Da Gabriel Garcia Marquez a Eduardo Galeano, ecco un breve, anche se non non esaustivo elenco dei più celebri scrittori dell' America Latina.
Lista degli autori trattati in questo articolo
Non importa che siano grandi esponenti del realismo magico, la corrente letteraria a cui appartengono autori come Gabriel Garcia Marquez e Isabel Allende, o che si concentrino sulle atrocità delle dittature dei loro paesi o sulla ricerca della spiritualità. Le opere degli scrittori sudamericani sono tutte potenti, appassionate e incredibilmente intriganti.
Volete conoscere più dall'interno la vivace cultura del sud America, mix di tradizioni precolombiane, scontri politici e ingarbugliate vicende umane?
Allora partite da uno di questi autori e gettatevi a capofitto nella lettura delle opere più significative degli autori che hanno fatto la storia della letteratura contemporanea latinoamericana.
Scrittori sudamericani: politica, magia e spiritualità
Surreale e suggestiva, la letteratura sudamericana vi porterà in un mondo ricco di emozioni e vicende umane. Tutti gli scrittori sono degni una lettura, ma questi dovete assolutamente leggerli! Abbiamo fatto anche una selzione dei migliori libri per conoscere il Sudamerica, che puoi trovare a questo link
Ma veniamo ai piú importanti autori latinoamericani.
Gabriel Garcia Marquez
Vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1982, questo scrittore è uno dei massimi esponenti del realismo magico. E come potrebbe essere altrimenti!

Garcia Marquez nasce in Colombia nel 1927 e fin da giovane manifesta una passione bruciante per la politica, che lo avvicina in modo significativo al socialismo, da lui considerato “una possibilità reale”. Amico di Fidel Castro e acerrimo nemico delle dittature di destra che affliggono il suo continente, l'autore importa nei suoi libri molti di quei valori, miscelandoli, però, con il senso della favola, della magia, del soprannaturale.
Il suo capolavoro assoluto è senza alcun dubbio “Cent'anni di solitudine”, del 1964, una carrellata sulle vicende della famiglia Buendía e sul paesino immaginario di Macondo, palcoscenico di molti libri dell'autore e un nome che, da questo momento in poi, diventa sinonimo di libertà, fantasia e opportunità per le generazioni degli anni 70. Qualche anno dopo, precisamente nel 1981, sarà “Cronaca di una morte annunciata” ad accendere invece la fantasia del pubblico, al punto che il romanzo verrà portato sul grande schermo dal grande Francesco Rosi.
Nonostante ciò, è possibile affermare che il suo libro più famoso e di maggior successo sia “L'amore al tempo del colera”, che uscito nel 1985, narra una storia d'amore e di speranza, apparentemente lontana dalla consueta inquietudine dell'autore.
Uno scrittore tutto da scoprire, per regalarvi un viaggio nell'onirica letteratura sudamericana.
Luis Sepúlveda
Ecco uno scrittore cileno che ha fatto molto parlare di sé. Nato nel 1949 in Cile, ha vissuto in esilio per moltissimi anni, dopo aver conosciuto la detenzione in seguito al golpe del generale Pinochet.

Nonostante ciò, non ha mai smesso di dimostrare il suo impegno politico, una passione che emerge anche nei suoi romanzi. Storie avventurose, che nascondono temi profondi e sussulti ecologisti, che fin da subito hanno conquistato il cuore di milioni di lettori in tutto il mondo.
Dal mitico “Patagonia Express”, che narra del suo viaggio ai confini del mondo, a “Diario di un killer sentimentale”, che ripercorre la missione di morte di un assassino professionista abbandonato dalla propria donna, Sepulveda non rinuncia mai a raccontare, e raccontarsi, con il suo stile unico, ironico e pervaso da uno squisito umorismo.
Nel cuore di tutti i suoi fan rimane però “Il vecchio che leggeva romanzi d'amore”, la sua opera più famosa, ambientata nel profondo della foresta amazzonica, in cui un vecchio vive in perfetta armonia con la natura e la magia del mondo animale.
Ma non importa quale libro sceglierete: fra tutti gli scrittori sudamericani, Sepulveda non delude mai!
Mario Vargas Llosa
Fra tutti gli scrittori sudamericani, che a causa delle vicende politiche della loro terra, non hanno potuto fare a meno di schierarsi su posizioni di sinistra, Vargas Llosa compie un percorso bizzarro. Nato in Perù nel 1936, si attesta prima su posizioni comuniste, per poi fare un doppio salto mortale e approdare su posizioni liberiste, tanto da candidarsi alla presidenza del suo Paese con i partiti conservatori.

Vincitore del Nobel nel 2010, lo scrittore ha un animo e un piglio ribelle, da sempre. E qualsiasi argomento tocchi, lo fa con l'istinto del killer, andando a mirare al cuore della questione, con toni sempre puntuali e, talvolta crudeli. Come nella sua opera prima, “Capi”, in cui fa a pezzi il regime peruviano dell'epoca, al punto che il libro fu bandito dal paese per molti anni.
Ma lo scrittore ha uno spirito indomito, quindi non molla e pochi anni dopo dà alle stampe “La conversazione nella cattedrale”, probabilmente il suo libro più famoso, in cui insiste a criticare spietatamente la dittatura peruviana.
E forse è proprio per questo che la sua adesione ad orientamenti neo liberisti, dopo aver persino sostenuto in un primo momento la rivoluzione cubana, fa apparire questo autore ambiguo, almeno dal punto di vista politico.