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7 libri sull'America per capirne di più


Libri viaggio America

L'America è ben più di ciò che il giornalismo e la politica ci raccontano. Anzi, la vera America è proprio quella nascosta nella sconfinata provincia e nella vita di chi resiste e combatte l'omologazione e le avversità della vita.


E chi la conosce bene ce la racconta in 7 libri da non perdere.

Per noi europei l'America è soprattutto il glamour delle grandi metropoli: i grattacieli di New York, la baia di San Francisco, i casino di Las Vegas, i boulevard di Los Angeles.


Ma uscendo dalle città, ecco che gli Stati Uniti tornano ad essere quelli che erano un tempo, quando il mito della frontiera consentì ad intere generazioni di pionieri di costruire il grande paese che è oggi.


La globalizzazione e il capitalismo hanno plasmato la società americana, rendendo le città per molti versi simili a quelle europee.


Ma nella sconfinata provincia, i valori di quei primi pionieri resistono: individualismo sfrenato e coraggio di combattere contro un territorio imprevedibile continuano a forgiare la società rurale americana e per conoscere questa realtà non c'è niente di meglio che addentrarsi all'interno della nazione.


I libri di viaggio sono il miglior modo per conoscere davvero e dal di dentro questo affascinante paese, che dà il meglio di se stesso lontano dai riflettori di Washington e dai lustrini di Hollywood.


Praterie sconfinate, fattorie isolate e piccolissimi centri abitati sono il vero cuore dell'America, dove la gente comune vive la propria vita inseguendo quel sogno americano che non ha mai smesso di essere il vero propulsore di questa complessa e variegata società.

Viaggio in America: 7 libri per scoprire questo sconfinato paese


Inutile girarci intorno: volete davvero conoscere gli Stati Uniti? Affidatevi a chi li conosce bene, ma soprattutto a chi l'ha attraversati dall'Atlantico al Pacifico, dalla regione dei Grandi Laghi al complicato confine con il Messico. Ecco, quindi, i libri di 7 autori che raccontano l'America, senza mai smettere di riflettere sulle contraddizioni della sua società.



Questo libro non è un romanzo, ma una biografia. Una potente biografia. E non solo perché narra la vita di un outsider, o meglio di un giovane borghese che a un certo punto decide di mollare gli agi e vivere alla giornata, ma perché è un vero inno alla libertà, anche se pagata a caro prezzo.

Infatti Chris Jhonson, il protagonista del libro, alla fine muore, proprio nel tentativo di emanciparsi dalla banalità del quotidiano. La storia ripercorre il lungo viaggio del giovane americano, iniziato nella zona occidentale degli Stati Uniti e terminato per un banale incidente nella natura selvaggia dell'Alaska, proprio quando aveva deciso di tornare alla civiltà.

La sua avventura “Nelle terre estreme” durò quindi solo 5 mesi, ma nel diario rinvenuto dopo la sua scomparsa, Chris ci lascia profonde riflessioni sulla vita che lasciano stupiti, considerando la sua giovane età. Un libro da leggere tutto d'un fiato, sospendendo il giudizio sulla scelta estrema del protagonista e calandosi cuore e anima nelle terre selvagge. Questo libro ci é piaciuto cosí tanto che gli abbiamo dedicato un intero articolo



A prima vista potrebbe sembrare il tipico libro di viaggio, ma questo libro, che si pone a metà strada fra il romanzo e il reportage, è molto di più. È il racconto di un'America che non esiste più, di una società che ha abdicato al capitalismo e al marketing, di una popolazione che fino alla fine ha difeso strenuamente il suo stile di vita.

Il viaggio dello scrittore a bordo di un piccolo furgone, soprannominato Dancing Ghost, è infatti avvenuto negli ormai lontani anni 70 e si snoda nella provincia americana, quella caratterizzata da stazioni di servizio deserte, fattorie isolate, piccoli centri abitati, nei quali resistono solo il Post Office e la pompa di benzina.

Lontano dal glamour delle grandi città della East e West Coast, lo scrittore si spinge “dentro l'America”, come precisa nel sottotitolo, alla scoperta di genti molto diverse: fanatici religiosi, nativi americani, adolescenti in fuga, prostitute, alcolizzati, contadini che combattono per respingere l'attacco delle multinazionali. Un viaggio in un America ormai scomparsa, ma che ha lasciato un segno nella letteratura di viaggio e nel cuore di chi ama l'andare senza meta.



Giornalista italiano, appassionato di viaggi, Mario Buffa aveva già conosciuto un certo successo con due libri-reportage, uno sulla Transiberiana e uno sulla Transmongolica, le due leggendarie linee ferroviarie che attraversano l'Asia. Poteva quindi farsi mancare la traversata coast to coast da New York a San Francisco? Assolutamente no!

E affronta questo viaggio nel modo migliore, a bordo dei celebri Greyhound, i mitici autobus americani che collegano minuziosamente ogni piccolo centro abitato della provincia americana alle grandi città. Come recita il sottotitolo, lo scrittore attraversa “quindici stati, quattro fusi orari e un uragano”, macinando le migliaia di chilometri che separano lo stato di New York dalla California. Un viaggio sulle orme di quella Beat Generation che quelle strade ha percorso più e più volte e che restituisce uno spaccato autentico sull'America di oggi.



Con questo libro si entra a pieno titolo nella letteratura, e più precisamente nella letteratura di viaggio. Ma non solo, perché nonostante il romanzo autobiografico ci racconti la vita dello scrittore, a spasso per l'America degli anni 50, le sue pagine trasudano quella ricerca di libertà e autenticità che sta alla base di tutto il movimento della Beat Generation, di cui “Sulla strada” è considerato il manifesto.

Non vi aspettate una vera e propria trama: il racconto scorre sincopato, accelerando e rallentando a seconda dei momenti di vita vissuta, mentre sullo sfondo scorrono le gesta (non sempre encomiabili) dei grandi protagonisti di quegli anni. Tra tutti, spiccano Allen Ginsberg e William Burroughs, scrittori di successo e grandi amici di Kerouac, con il quale hanno condiviso l'amore per gli eccessi e per il jazz.

E non meravigliatevi per la mancanza di punteggiatura: il libro va letto senza interruzioni, così come senza sosta vivono la proprio vita i protagonisti di questo romanzo.



Leggero e divertente, questo è un libro per conoscere qualcosa in più dell'America, vista con gli occhi di una americano che torna in terra natia dopo vent'anni di vita in Gran Bretagna. E lo stupore dello scrittore trasuda da ogni riga: come potrebbe essere altrimenti, viste le differenze culturali?

Dall'Europa si guarda all'America con ammirazione, ma non c'è dubbio che allo sguardo dell'europeo, alcune cose stridano fortemente con la cultura e sensibilità alle quali siamo abituati. Ecco quindi tutta la meraviglia dell'autore di fronte al consumismo compulsivo, alla convinzione dell'efficacia della pena di morte, all'amore per le armi e alla diffidenza verso la popolazione nera.

E con la tipica ironia british, l'autore affronta l'indifferenza degli americani per il consumo energetico, per l'ignoranza diffusa, soprattutto fra i ceti meno abbienti, e per la totale mancanza di ironia della popolazione, in particolar modo delle forze dell'ordine con le quali, avverte, è sempre meglio non scherzare. Ma in fondo, a chi verrebbe mai in mente di scherzare con uno degli eredi degli sceriffi del Far West?



Steinbeck non si discute, si può solo amare. Vincitore del Premio Nobel per la letterature, dello scrittore si ricordano soprattutto i romanzi, in particolar modo Furore, con il quale nel 1940 vince il Premio Pulitzer. Ma questo libro offre l'occasione di scoprire uno Steinbeck diverso, un uomo immerso a fondo nel suo viaggio on the road, che descrive con la sensibilità e la poetica di sempre.

Stavolta, infatti, l'autore non inventa nulla, ma racconta il suo lungo itinerario attraverso l'America del 1962, che chilometro dopo chilometro svela ogni suo segreto, ogni problema, ogni meraviglia. Alla guida di Ronzinante, il suo furgoncino, Steinbeck si lascia andare a profonde riflessioni sulla società americana, ma soprattutto a suggestive descrizioni della natura che attraversa.

Un resoconto puntuale ed attento degli Stati Uniti degli anni 60, reso possibile dall'autenticità della sconfinata provincia americana.



Giovane ed affermato, Francesco Costa è un profondo conoscitore degli Stati Uniti, per averci vissuto e lavorato a lungo. Oggi, con questo saggio ci offre una chiave di volta per comprendere l'America dei nostri giorni: quella che ha votato Trump dopo aver eletto il primo presidente di colore, quella che parla di lotta senza quartiere contro l'evasione fiscale, ma mette in galera solo i rapinatori neri. Insomma, un'America molto più complessa di quella che conosciamo.

Il sottotitolo del libro, “Storie per capire il presente degli Stati Uniti e il nostro futuro”, la dice lunga sull'influenza che il paese oltreoceano ha sul nostro presente, indissolubilmente legato all'America da influenze culturali, propensione al consumo e politica internazionale.

Uscito nel gennaio del 2020, questo volume offre un'occasione più unica che rara di osservare gli Stati Uniti dall'interno, per voce di un giornalista che li conosce bene e che possiede la sensibilità e la giusta preparazione per decodificare i grandi mutamenti che si preannunciano all'orizzonte. Imperdibile, soprattutto se volete capire cosa si cela dietro l'ascesa di Trump e come si prepara il paese alle future presidenziali.


Un consiglio: non partite per gli Stati Uniti senza aver letto almeno un paio di questi libri!

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